Gli educatori dell'Oratorio non sono liberi professionisti, ognuno con
le sue doti e i suoi difetti, ma sono dei "mandati". Sono mandati
dalla Chiesa come collaboratori nell'educare.
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L'Oratorio è per tutti perché si propone a
tutti. L'Oratorio non è di tutti. Bisogna sceglierlo,
decidere di aderire a quel progetto con uno stile, con delle regole
che ne segnano non un limite, ma l'importanza, il valore, la forza.
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Riflettere sulla figura dell'educatore significa fare i conti con
uomini e donne che vivono un cammino di fede che si fa accompagnamento
di altri. È evidente che il punto di riferimento su cui riflettere e
da cui partire per sviluppare la figura del battezzato credente
educatore, è la Parola di Dio.
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Il compito educativo è responsabilità faticosa a tempo
pieno. La responsabilità educativa è faticosa perché
è quotidiana, è una prassi, non è saggezza
generica, ma frutto del discernimento spirituale.
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E il mezzo educativo più incisivo è la vita stessa. La vita
viene destata dalla vita stessa!
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Bisogna che l'educatore sia vivo; deve esercitare la
responsabilità con vivacità spirituale e con
atteggiamento di umiltà. L'educatore è un appassionato
della vita perché è colui che deve animare la vita dei
ragazzi dando l'anima per loro, con generosità ed entusiasmo,
perché ha capito che la vita ha un senso solo se vissuta nel
servizio e nella condivisione. Egli non ha alcuna pretesa sui ragazzi
non li accoglie in base ai suoi desideri ma ha come obiettivi quelli
di amarli e di mostrare loro l'amore di Dio. Deve diventare un
interlocutore attento e preparato per ogni famiglia.
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L'Oratorio è un luogo dove la famiglia intera può
entrare in veste di educatrice e in quella di educata.
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È indispensabile che dietro questo giovane ci siano
motivazioni, generosità, competenza, fede in misura adeguata a
chi si vuol porre come fratello-sorella maggiore. Potremmo parlare
allora di figure intermedie: animatori/collaboratori dell'Oratorio. La
"qualifica" di educatore, allora, può anche essere vista come un
traguardo da raggiungere. Ognuno dia quello che può e sia
ciò che sa
essere. Non esistono classifiche che misurano quanto si è
cristiani. La buona volontà e i sani propositi vanno sempre
accettati e valorizzati.